L’agopuntura a fini antalgici è una forma di trattamento ambulatoriale sicuro, che fonda le sue radici sull’agopuntura della medicina tradizionale cinese e che serve a ridurre il dolore, sia acuto che cronico.
Come suggerisce il nome, essa prevede l’inserimento in area specifiche della cute di aghi di piccoli dimensioni, monouso e sterili.
In Italia, l’agopuntura a fini antalgici rappresenta un atto medico a tutti gli effetti; pertanto, la sua esecuzione spetta esclusivamente a un laureato in medicina o in veterinaria.
Approfondiamo insieme, e analizziamo con maggiori dettagli cos’è l’agopuntura a fini antalgici, a cosa serve, come funziona, come si svolge una tipica seduta e quali sono effetti avversi (se ce ne sono) e controindicazioni.
Cos’è l’agopuntura a fini antalgici?
Di cosa parliamo in questo articolo
- Cos’è l’agopuntura a fini antalgici?
- A cosa serve l’agopuntura a fini antalgici?
- Come funziona l’agopuntura a fini antalgici?
- Quando è indicata l’agopuntura?
- Come si svolge una seduta di agopuntura a fini antalgici e quanto dura?
- Quanto dura una seduta di agopuntura a fini antalgici?
- L’agopuntura a fini antalgici ha effetti avversi?
- Quali sono le controindicazioni all’agopuntura?
- L’agopuntura a fini antalgici si può fare in gravidanza?
- Domande frequenti (FAQ)
L’agopuntura a fini antalgici è una forma di trattamento non farmacologico, con radici nella medicina tradizionale cinese, che prevede l’inserimento di piccoli aghi in punti specifici del corpo umano, allo scopo di trattare il dolore.
Riconosciuta e approvata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dai servizi sanitari di tutto il mondo, l’agopuntura è una pratica ambulatoriale sicura, la cui attuazione spetta esclusivamente a medici o veterinari laureati.
Una tecnica affine all’agopuntura a fini antalgici, basata sugli stessi principi, è l’elettroagopuntura: quest’ultima si basa sull’impiego di aghi sottoposti a stimolazione elettrica a frequenza variabile, al fine di potenziare gli effetti dell’agopuntura tradizionale.
Sebbene la sua efficacia poggi oggi su una base scientifica sufficientemente solida, l’agopuntura deve essere intesa come un’ulteriore trattamento da affiancare ai metodi di medicina tradizionale e non come una loro alternativa.
Ricordiamo agli iscritti del Fondo Sanimoda che i Piani Sanitari prevedono la copertura sostenute per sottoporsi a trattamenti di agopuntura, anche a fini antalgici, nell’ambito dei Trattamenti di fisioterapia, osteopatia, chinesiterapia, riabilitazione cardiologica e neuro-motoria post intervento e dei Trattamenti fisioterapici riabilitativi conseguenti a patologie particolari. Per tutti i dettagli, invitiamo a consultare il nostro sito web.
A cosa serve l’agopuntura a fini antalgici?
Come suggerisce il nome, l’agopuntura a fini antalgici serve a ridurre il dolore, sia cronico che acuto, ma può agire anche sullo stress.
Combinata alle tecniche di medicina tradizionale, pertanto, può migliorare lo stato di salute e favorire il benessere.
Come funziona l’agopuntura a fini antalgici?
Come accennato prima, l’agopuntura a fini antalgici origina dall’agopuntura della medicina tradizionale cinese, ma se ne discosta nei meccanismi con cui dà beneficio.
L’agopuntura della tradizione cinese affonda le sue radici sui principi del confucianesimo e del taoismo, secondo cui la salute e il benessere dipendono dal corretto allineamento del qi (ovvero l’energia vitale), che scorre nel corpo umano, lungo una rete di canali chiamati meridiani.
Quando qualcosa impedisce al qi di scorrere liberamente lungo il corpo, lo stato di salute della persona ne risente. Grazie agli aghi dell’agopuntura, però, è possibile riequilibrare il flusso del qi e ridare benessere al paziente.
L’agopuntura a fini antalgici impiegata nella medicina tradizionale, invece, poggia le proprie fondamenta sull’osservazione che la stimolazione dei nervi sottocutanei e sensoriali è in grado di indurre il rilascio a livello cerebrale e spinale di endorfine, che sono sostanze naturali dagli effetti analgesici. Il benessere che le persone provano dopo le sedute di agopuntura a fini antalgici sembra sia da collegarsi proprio a questo prezioso rilascio di endorfine.
Quando è indicata l’agopuntura?
L’agopuntura a fini antalgici è indicata in presenza di condizioni dolorose quali:
- emicrania e cefalee di vario genere (es: cefalea tensiva);
- cervicalgia (dolore al collo), dorsalgia (dolore lungo la sezione toracica della schiena) e lombalgia (dolore alla bassa schiena) di tipo cronico;
- sciatica;
- artrosi (es: della colonna vertebrale, dell’anca, del ginocchio);
- fibromialgia;
- dolore miofasciale;
- artrite reumatoide e altre patologie reumatiche;
- tendinopatie (es: epicondilite, epitrocleite);
- algodistrofia;
- disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare;
- sindrome mestruale;
- dolore oncologico.
L’agopuntura, inoltre, può trovare impiego anche in presenza di disturbi non esattamente dolorosi, come asma, rinite allergica, nausea e vomito post-operatorio o dopo chemioterapia.
Come si svolge una seduta di agopuntura a fini antalgici e quanto dura?
Pratica ambulatoriale, l’agopuntura a fini antalgici prevede l’inserimento di piccoli aghi sterili e monouso, lunghi pochi centimetri, direttamente sulla cute del paziente, in diversi punti del corpo. Questo significa, pertanto, che, prima di iniziare una seduta, è necessario spogliarsi, per scoprire le parti dove il medico inserirà gli aghi.
A seconda dei casi, il paziente potrebbe doversi stendere su un apposito lettino o su un sedia.
Una volta che il paziente si sente a suo agio, il medico può iniziare a posizionare gli aghi. L’inserimento degli aghi avviene in punti strategici (quindi non è casuale), che dipendono dalla condizione dolorosa presente.
Anche il numero di aghi impiegati e il tempo di permanenza di questi sulla cute variano in base al disturbo che si intende trattare: il medico potrebbe usare dai 5 ai 20 aghi e potrebbe lasciarli in sede dai 15 ai 30 minuti.
L’introduzione degli aghi potrebbe risultare leggermente dolorosa sul momento, specie se inseriti maggiormente in profondità per raggiungere i muscoli. Come detto, però, si tratta di un dolore passeggero.
Posizionati gli aghi, il terapeuta potrebbe manipolarli oppure applicarvi dei lievi impulsi elettrici (elettroagopuntura).
Terminato il trattamento, il medico provvede all’estrazione degli aghi, una manovra che generalmente è indolore.
Quanto dura una seduta di agopuntura a fini antalgici?
Una seduta di agopuntura può durare anche 60 minuti.
I tempi di svolgimento dipendono da fattori come prima seduta o seduta di routine (se è la prima, il medico svolgerà una breve anamnesi per assicurarsi che il paziente sia idoneo al trattamento), disturbo da trattare e piano terapeutico.
L’agopuntura a fini antalgici ha effetti avversi?
L’agopuntura a fini antalgici è una pratica sicura e a basso rischio. Gli effetti collaterali, infatti, sono minimi o poco frequenti.
Tra i potenziali inconvenienti, si segnalano:
- dolore nel punto di inserimento degli aghi;
- perdita di sangue dove si infilano gli aghi;
- formazione di ematoma nei punti in cui si sono introdotti gli aghi;
- sonnolenza;
- nausea;
- vertigini e svenimento.
Sono possibili anche infezioni ed episodi di perforazione polmonare, ma si tratta di circostanze davvero molto rare.
Per aumentare la sicurezza del trattamento, è raccomandabile affidarsi solo a figure professionali accreditate e con il titolo di studio necessario a poter svolgere l’agopuntura a fini antalgici.
Quali sono le controindicazioni all’agopuntura?
Costituiscono una controindicazione all’agopuntura a fini antalgici l’allergia ai metalli e tutte le infezioni localizzate dove si dovrebbero inserire gli aghi.
Da valutare con il medico che esegue il trattamento sono anche la presenza di difetti della coagulazione, come per esempio l’emofilia, e le terapie a base di anticoagulanti: in entrambe le circostanze, infatti, c’è il rischio di scatenare pericolose emorragie tramite l’inserimento degli aghi.
L’agopuntura a fini antalgici si può fare in gravidanza?
L’agopuntura a fini antalgici non è controindicata in gravidanza. Nell’eseguirla, però, il medico deve evitare di inserire gli aghi in determinate zone del corpo, in quante pericolose per il feto.
Alla luce di ciò, è chiaro che una donna incinta deve comunicare il proprio stato di salute preventivamente.
Domande frequenti (FAQ)
Sì, l’agopuntura è considerata un trattamento efficace per il dolore, sia acuto che cronico. Le fonti indicano che il suo scopo principale è proprio quello di ridurre e trattare il dolore. Ricerche scientifiche, come quelle che utilizzano la tomografia a emissione di positroni (PET), hanno dimostrato la sua efficacia nella terapia del dolore, basata su effetti biologici concreti. Molte persone la trovano utile per gestire diverse condizioni dolorose.
L’agopuntura è indicata per una vasta gamma di condizioni dolorose. Queste includono dolori cronici come lombalgia, cervicalgia, artrosi, fibromialgia e dolore al collo. È utilizzata anche per il trattamento di emicranie e cefalee tensive, dolori mestruali, sciatica, dolore post-operatorio e dolore dentale. L’elenco completo comprende anche tendinopatie, dolore oncologico e disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare.
L’agopuntura dovrebbe essere intesa principalmente come un trattamento complementare da affiancare alla medicina tradizionale, non come una sua completa alternativa. Tuttavia, presenta il vantaggio di non utilizzare farmaci. In alcuni contesti, come nel dolore post-operatorio, può contribuire a ridurre il consumo di analgesici oppioidi. Per alcune condizioni, come la lombalgia cronica, è raccomandata come trattamento non farmacologico di prima linea.
Generalmente, l’agopuntura non è dolorosa. Gli aghi utilizzati sono estremamente sottili. Al momento dell’inserzione si può avvertire una leggera e passeggera sensazione di fastidio, un formicolio o un indolenzimento sordo, ma non un dolore significativo. L’estrazione degli aghi, di solito, è indolore.
Secondo la visione scientifica occidentale, l’agopuntura agisce stimolando nervi, muscoli e tessuto connettivo. Questa stimolazione induce il corpo a rilasciare sostanze naturali con effetto analgesico e antinfiammatorio, come le endorfine e altri neuromediatori, a livello cerebrale e spinale. Questo meccanismo aiuta a bloccare la trasmissione della sensazione dolorosa e a modulare i circuiti nervosi del dolore.
La durata di una seduta di agopuntura può variare. Generalmente, una sessione completa può durare fino a 60 minuti, specialmente la prima, che include una valutazione iniziale della salute del paziente. Gli aghi, una volta inseriti, vengono lasciati in posizione per un tempo che va dai 10 ai 30 minuti, a seconda della condizione da trattare.
I benefici dell’agopuntura solitamente non sono immediati ma richiedono un ciclo di trattamento. Un piano terapeutico comune prevede una o due sedute a settimana, per un totale di 5-10 trattamenti. Il numero esatto di sedute necessarie dipende dalla patologia trattata e dalla sua gravità. Generalmente, un ciclo completo per un singolo disturbo comprende dalle 6 alle 8 sedute.
Sì, l’agopuntura è considerata una pratica sicura e a basso rischio se eseguita da un professionista qualificato che utilizza aghi sterili e monouso. Gli effetti collaterali sono generalmente lievi, minimi e poco frequenti, come indolenzimento, leggero sanguinamento o piccoli ematomi nel punto di inserzione. Complicazioni gravi, come infezioni, sono molto rare.
Le principali controindicazioni includono l’allergia ai metalli e la presenza di infezioni cutanee nell’area da trattare. È richiesta cautela e una valutazione medica in caso di disturbi della coagulazione (es. emofilia), terapie con farmaci anticoagulanti o se si è portatori di pacemaker (in caso di elettroagopuntura). Anche se è generalmente sicura in gravidanza, è fondamentale informare il medico, poiché alcuni punti non possono essere utilizzati.
Sì, l’efficacia dell’agopuntura si basa su meccanismi biologici reali, non solo sulla suggestione. Studi condotti con la PET hanno mostrato che l’agopuntura “vera” attiva specifiche aree cerebrali del dolore, a differenza del placebo. Sebbene l’effetto placebo esista e abbia un ruolo nel sollievo dal dolore, le ricerche indicano che l’agopuntura ha un’azione fisiologica specifica, come il rilascio di endorfine e altre sostanze chimiche.
L’effetto può variare. In alcuni casi, specialmente per il dolore acuto, una singola seduta può portare a una riduzione del dolore. Tuttavia, per la maggior parte delle condizioni, specialmente quelle croniche, è solitamente necessario un ciclo di più trattamenti per ottenere un miglioramento stabile e significativo. Se i sintomi non migliorano dopo alcune settimane, il trattamento potrebbe non essere adatto al paziente.
La durata dei benefici dipende dalla condizione trattata e dalla risposta individuale. Per il dolore cronico, come la lombalgia, gli studi mostrano benefici che possono durare da 1 a 6 mesi dopo il ciclo di trattamento. Per altre condizioni, come la fibromialgia, i miglioramenti possono durare fino a un mese. In generale, gli effetti sono spesso descritti come a breve termine, ma possono essere significativi per diverse settimane o mesi.
Non è richiesta una preparazione speciale prima di una seduta di agopuntura. La prima sessione includerà una valutazione completa da parte del medico. È consigliabile indossare abiti comodi e potrebbe essere necessario spogliarsi parzialmente per permettere al medico di accedere ai punti da trattare sul corpo.
Sì, l’agopuntura è riconosciuta da importanti organizzazioni sanitarie a livello mondiale, tra cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e servizi sanitari nazionali come l’NHS nel Regno Unito e l’NIH negli Stati Uniti. La sua efficacia poggia su una base scientifica solida, supportata da numerosi studi. In Italia, è considerata un atto medico che può essere praticato solo da medici laureati.