Il colpo di calore è una pericolosa emergenza medica, contraddistinta dal surriscaldamento eccessivo del corpo e dalla possibilità di sviluppare danni a organi vitali come cervello, cuore, reni, fegato, le cui conseguenze possono anche essere fatali.
Il colpo di calore può essere da calore ambientale (colpo di calore classico) o da sforzo (tipico di chi pratica attività fisiche molto intense).
Approfondiamo insieme, e analizziamo con maggiori dettagli cos’è il colpo di calore, quali sono le cause, i sintomi e le complicanze, quali sono gli interventi di primo soccorso e le cure ospedaliere, e, per finire, come fare prevenzione, in particolare sul posto di lavoro.
Cos’è il colpo di calore?
Di cosa parliamo in questo articolo
- Cos’è il colpo di calore?
- Perché il colpo di calore è pericoloso?
- Tipi di colpo di calore
- Quali sono le cause del colpo di calore?
- Quali sono i sintomi del colpo di calore?
- Quali sono le complicanze del colpo di calore?
- Lavoratori a rischio e come prevenire il colpo di calore sul posto di lavoro
- Come diagnosticare un colpo di calore?
- Cosa fare in caso di colpo di calore?
- Si può sopravvivere?
- Come prevenire il colpo di calore?
- Domande frequenti (FAQ)
Il colpo di calore è una pericolosa condizione medica, caratterizzata dall’aumento anomalo, superiore ai 40°C, della temperatura corporea (ipertermia).
Per l’esattezza, il colpo di calore è la conseguenza più grave tra quelle connesse al calore e al surriscaldamento corporeo; un’altra seria, ma non come il colpo di calore, che talvolta lo precede, è il cosiddetto esaurimento da calore.
Nel colpo di calore, il problema è che il corpo non è in grado di rispondere adeguatamente, attraverso i fisiologici meccanismi di raffreddamento, all’aumento della temperatura corporea.
Perché il colpo di calore è pericoloso?
Il colpo di calore rappresenta un’emergenza medica, che richiede un trattamento immediato.
L’alta temperatura corporea raggiunta durante un colpo di calore, infatti, può danneggiare seriamente, al punto da risultare talvolta fatale, organi vitali come cervello (dove induce la cosiddetta encefalopatia da ipertermia), cuore, polmoni, reni, fegato e muscoli.
Tipi di colpo di calore
Esistono due tipi di colpo di calore: il colpo di calore classico e il colpo di calore da sforzo.
Colpo di calore classico
In questo caso, a causare il colpo di calore è il calore ambientale, ovvero un calore che proviene dall’esterno del corpo. Si verifica tipicamente nelle giornate calde e afose, all’interno di ambienti chiusi non ventilati e privi di sistemi di condizionamento, o all’interno delle automobili lasciate sotto il sole.
Il colpo di calore classico può colpire chiunque, ma è più frequente osservarlo negli anziani over 65 e nei bambini piccoli, per via del fatto che il sistema di raffreddamento intrinseco del corpo, nei primi, non è più ugualmente efficiente rispetto al passato e, nei secondi, invece, non è ancora abbastanza maturo.
Colpo di calore da sforzo
A differenza della prima circostanza, in questa, a provocare il colpo di calore è il calore generato all’interno del corpo umano, dal metabolismo, a seguito di un’attività fisica intensa e prolungata per molte ore.
Il caldo ambientale è un fattore favorente, ma non indispensabile: il colpo di calore da sforzo, infatti, può verificarsi anche in presenza di temperature normali, non troppo calde.
In genere, il colpo di calore da sforzo colpisce adulti giovani, sani e attivi.
Quali sono le cause del colpo di calore?
Il colpo di calore si verifica quando il surriscaldamento corporeo (ipertermia) è così elevato e intenso, da superare la capacità di risposta dei sistemi di raffreddamento intrinseci del corpo umano (sudorazione, vasodilatazione e respirazione).
In altre parole, ha luogo quando l’organismo non riesce a rispondere in modo adeguato e sufficiente a un forte innalzamento della temperatura corporea.
Quali sono i fattori di rischio per il colpo di calore?
Fattori favorenti il colpo di calore sono:
- lavori e attività svolti all’aperto o a contatto con fonti di calore: le categorie di lavoratori particolarmente a rischio sono gli agricoltori, i vigili del fuoco, i carpentieri e gli operai addetti alla manutenzione stradale. Corrono rischi anche le persone che praticano sport all’aperto (es: corsa, ciclismo, jogging), dove il caldo ambientale e quello generato dall’attività metabolica possono alimentarsi a vicenda fino a indurre un colpo di calore;
- assenza di impianti di condizionamento in casa: non tutte le persone hanno la possibilità economica di disporre di un condizionatore;
- vivere in un’area geografica dal clima caldo e afoso: le zone in cui alle elevate temperature ambientali si può aggiungere anche un alto tasso di umidità dell’aria sono quelle più a rischio per quanto concerne i colpi di calore;
- età avanzata: sono più a rischio le persone sopra i 65 anni, in quanto, in linea generale, a partire da questa età si assiste a un graduale declino dei sistemi di termoregolazione;
- presenza di particolari condizioni di salute: la gravidanza, le infezioni, le patologie cardiovascolari e i disturbi che pregiudicano il processo di sudorazione (es: anidrosi, presenza estesa di cicatrici sul corpo, ustioni profonde) facilitano il surriscaldamento corporeo, con aumentato rischio per il colpo di calore;
- alcuni farmaci e sostanze: esistono medicinali che interferiscono con la capacità del corpo di raffreddarsi. I meccanismi con cui inducono ciò sono differenti: potrebbero favorire la sudorazione, provocare disidratazione o, ancora, stimolare il metabolismo a produrre più calore dall’interno. Tra i farmaci e le sostanze presentanti questi effetti avversi, figurano antipsicotici, benzodiazepine, beta-bloccanti, antistaminici, anticolinergici, diuretici, litio, inibitori della ricaptazione della serotonina, lassativi, antidepressivi triciclici, anfetamine, cocaina, eroina, alcol, MDMA (*).
Sono a rischio di colpo di calore, inoltre, anche i neonati e i bambini piccoli, in quanto il loro sistema di termoregolazione è ancora immaturo. Questo spiega per quale ragione un bambino lasciato in un’automobile sotto il sole, anche per tempi relativamente non prolungati, può morire a seguito dell’eccessivo surriscaldamento corporeo.
(*)N.B: l’elenco di farmaci e sostanze non è esaustivo. Chiunque stia prendendo uno o più farmaci dovrebbe chiedere al proprio medico se questi favoriscono o meno i colpi di calore, in presenza di condizioni ambientali a rischio o durante l’attività fisica intensa.
Quali sono i sintomi del colpo di calore?
Come si manifesta il colpo di calore? Come si fa a capirlo? I segni e sintomi a cui prestare attenzione sono i seguenti:
- temperatura corporea elevata, in genere superiore a 40°C;
- vista offuscata;
- confusione;
- variazioni di comportamento, con comparsa di agitazione e/o aggressività;
- delirio;
- vertigini;
- svenimento (sincope);
- tachicardia (battito cardiaco accelerato);
- tachipnea (respiro rapido);
- riduzione della pressione arteriosa (ipotensione);
- nausea e vomito;
- convulsioni;
- difficoltà di parola;
- cambiamenti del colore della pelle (può diventare più arrossata o più pallida del solito);
- pelle secca (tipica del colpo di calore classico) o pelle sudata (caratteristica, invece, del colpo di calore da sforzo);
- senso di debolezza.
Saper riconoscere i segni e i sintomi del colpo di calore è molto importante, perché consente di chiedere aiuto prima che sia troppo tardi.
Chi sperimenta un colpo di calore potrebbe non avere la lucidità di chiamare i soccorsi; ecco, quindi, che è fondamentale che tutti, anche i giovani e le persone non tra le più a rischio, sappiano come si manifesta questa pericolosa emergenza medica.
Quali sono le complicanze del colpo di calore?
Come anticipato, in assenza di un intervento terapeutico tempestivo, il colpo di calore può danneggiare irrimediabilmente organi vitali come cervello, cuore, reni, fegato.
Ciò accade perché il surriscaldamento eccessivo del corpo umano altera il buon funzionamento dei processi enzimatici e biochimici che sono fondamentali a mantenere in salute organi, tessuti e cellule.
Tra le possibili complicanze correlate al colpo di calore, si segnalano:
- interruzione dell’attività cerebrale, con entrata in coma;
- danno e decomposizione del tessuto muscolare, con conseguente rilascio di sostanze tossiche nel sangue (rabdomiolisi);
- riduzione dell’afflusso di sangue e ossigeno agli organi (shock ipovolemico);
- danni a polmoni (sindrome da distress respiratorio acuto), reni (insufficienza renale), cuore (insufficienza cardiaca) e/o fegato (insufficienza epatica).
Poiché il colpo di calore può avere conseguenze fatali, ogni minuto è prezioso per quanto riguarda l’assistenza medica.
Lavoratori a rischio e come prevenire il colpo di calore sul posto di lavoro
Come già accennato, le attività lavorative svolte all’aperto o a stretto contatto con fonti di calore sono fattori di rischio per i colpi di calore.
L’eventualità di sviluppare un colpo di calore sul posto di lavoro è un tema sempre più d’attualità e molto caro agli enti che si occupano di sicurezza e infortuni sul lavoro.
A riguardo, l’INAIL (Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) fornisce preziose indicazioni relativamente alle misure di prevenzione e alle misure di protezione, entrambi importanti per evitare un colpo di calore sul posto di lavoro.
Misure di prevenzione
Innanzitutto, è fondamentale fornire alle lavoratrici e ai lavoratori tutte le informazioni relative al rischio, ai possibili danni, ai sintomi, alle misure di prevenzione e ai comportamenti sicuri da tenere.
Dopodiché, sono aspetti cruciali:
- favorire una progressiva acclimatazione in caso di esposizione sistematiche alle alte temperatura;
- adattare il turno di lavoro all’aperto in modo da evitare l’attività nella fascia oraria più calda (con l’ora legale, dalle 12 alle 16). Se sussistono le condizioni, è possibile anche accordarsi per iniziare prima al mattino, quando fa più fresco, in modo da limitare il lavoro nelle ore calde;
- favorire l’alternanza tra attività all’aperto, sotto il sole, e attività al chiuso, al riparo dal sole;
- al di sopra dei 30°C, pianificare pause di 5 minuti per ogni ora di lavoro, ovviamente in un posto fresco e ombreggiato. Sono previsti pause più lunghe, anche di 15 minuti, in caso di temperature ambientali superiori a 35°C o a 32°C, se c’è anche afa;
- bere spesso, per mantenersi idratati: sopra i 35°C, è indicato bere 3-5 decilitri di acqua ogni 2-3 volte all’ora. L’acqua naturale è la bevanda migliore. Sono da evitare, invece, gli alcolici e le bevande zuccherate e quelle contenenti caffeina, in quanto favoriscono la disidratazione.
Si ricorda che nei posti di lavoro a rischio di stress da calore è sempre obbligatoria la sorveglianza sanitaria.
Misure di protezione
Negli ambienti di lavoro al chiuso che prevedono l’esposizione a sorgenti radianti, è opportuno realizzare delle barriere o schermi che proteggano i lavoratori dai raggi infrarossi, il tutto compatibilmente con le esigenze del ciclo lavorativo.
Negli ambienti di lavoro all’aperto, invece, è buona norma allestire strutture per la creazione di zone d’ombra (es: in cantiere, per esempio, schermature in legno o metalliche, oppure teli) e dispositivi (DPI) che proteggano dal sole e dai danni prodotti dai raggi UV (es: cappelli a tesa larga, occhiali da sole, crema solare con fattore di protezione elevato, abiti leggeri e traspiranti di colore chiaro, scarpe di sicurezza adatta alla stagione estiva).
Per quanto riguarda i lavori all’aperto che prevedono spostamenti frequenti, è di fondamentale importanza mettere a disposizione del lavoratore strutture portatili per proteggersi dal sole, così come predisporre zone d’ombra, dove fare regolari pause.
Come diagnosticare un colpo di calore?
Non esiste un test diagnostico specifico per il colpo di calore. La diagnosi, infatti, si basa soltanto sull’esame obiettivo (è fondamentale la misura della temperatura interna per via rettale) e sulle domande volte a capire cosa stava facendo il paziente prima di sentirsi male (se il paziente non è nelle condizioni di rispondere, deve essere chi gli ha prestato il primo soccorso ad aiutare i medici).
Eventuali ulteriori accertamenti come esami del sangue, esami delle urine, elettrocardiogramma e radiografia del torace sono previsti nei casi dubbi o quando serve verificare la presenza di complicanze.
Cosa fare in caso di colpo di calore?
Il primo obiettivo terapeutico in caso di colpo di calore è raffreddare il corpo; il secondo, invece, monitorare e far fronte alle complicanze, se presenti.
Il colpo di calore è un’emergenza medica; pertanto, sono fondamentali i soccorsi immediati e un intervento di primo soccorso tempestivo.
Manovre di primo soccorso
Le manovre di primo soccorso possono salvare la vita di chi è vittima di un colpo di calore, il quale ha necessariamente bisogno di assistenza in quanto con ogni probabilità fatica a restare sveglio e cosciente.
Interventi di primo soccorso indispensabili sono:
- spostare la persona sofferente in un luogo più fresco, al riparo dal sole o distante dalla fonte di calore;
- versare acqua sulla pelle e usare qualsiasi cosa per sventolarla;
- se possibile, immergere uno o più asciugamani in dell’acqua ghiacciata e applicarli sulla pelle, cercando di coprire più superficie cutanea possibile: gli asciugamani andrebbero cambiati ogni minuto circa;
- applicare degli impacchi freddi o ghiacciati su ascelle e sul collo.
Importante è anche evitare di fare alcune cose, tra cui:
- dare da bere: la persone sofferente per un colpo di calore non è in grado di deglutire correttamente liquidi e cibo. Di conseguenza, potrebbe inalare l’acqua nelle vie respiratorie, fenomeno estremamente pericoloso;
- somministrare antipiretici (farmaci per la febbre): nel colpo di calore, l’innalzamento della temperatura corporea è dovuto a motivi diversi da quelli che provocano la febbre. Dare un antipiretico in simili condizioni potrebbe causare ulteriori danni agli organi già a rischio.
Si ricorda che ogni minuto è prezioso quando si parla di colpo di calore; pertanto, anche il primo soccorso dovrebbe essere tempestivo, senza farsi prendere troppo dal panico.
Trattamento in ospedale
I trattamenti ospedalieri si concentrano innanzitutto sul raffreddamento del corpo. I metodi di raffreddamento sono:
- immersione del paziente (eccetto la testa) in acqua fredda o ghiacciata: questo intervento si addice meglio ai colpi di calore da sforzo. L’immersione in acqua fredda o ghiacciata dissipa il calore dal corpo del paziente, calore che viene trasferito all’acqua stessa;
- nebulizzazione e ventilazione: mentre dei grandi ventilatori fanno circolare l’aria del locale ospedaliero, un operatore sanitario spruzza continuamente acqua sulla superficie cutanea del paziente. Questa azione combinata fa sì che l’acqua, grazie alla ventilazione, evapori, raffreddando il corpo. Il trattamento in questione si presta meglio al colpo di calore classico, anche se può adottarsi anche in caso di colpo di calore da sforzo.
Una volta raffreddato il corpo, a seconda di come sta il paziente e se ha sviluppato complicanze, il medico potrebbe dover ricorrere a ulteriori trattamenti, come l’intubazione, la somministrazione di fluidi per via endovenosa e farmaci per supportare la funzione degli organi sofferenti.
Si può sopravvivere?
La prognosi in caso di colpo di calore dipende da svariati fattori, tra cui:
- tempestività dei soccorsi;
- per quanto tempo la temperatura corporea è rimasta elevata;
- entità del danno a organi e tessuti;
- condizioni di salute del paziente antecedenti al colpo di calore.
Se l’intervento dei soccorritori è immediato, ci sono buone probabilità di sopravvivere senza conseguenze e danni a organi vitali.
In linea generale, è fondamentale intervenire entro i primi 30 minuti dalla comparsa dei primi sintomi.
Quanto dura un colpo di calore?
Gli strascichi di un colpo di calore possono persistere anche diverse settimane, se non addirittura mesi o anni. Le problematiche più comuni riguardano le capacità motorie, il linguaggio e la memoria.
Come prevenire il colpo di calore?
Per prima cosa, è fondamentale mantenere fresca la propria abitazione, con sistemi di climatizzazione e/o ventilatori. Se ciò non è possibile (perché non si dispone di tali sistemi), bisogna cercare rifugio nelle zone più fresche della casa (anche se non sono le preferite o quelle più comode) oppure in centri commerciali.
Secondo, bisogna rimanere sempre correttamente idratati, anche quando la giornata è tranquilla e non si ha in programma di fare attività fisica. La giusta idratazione favorisce una termoregolazione migliore.
Terzo, in estate, chi è dedito all’attività sportiva dovrebbe allenarsi nelle ore meno calde (alla sera o al mattino presto) oppure in ambienti climatizzati come le palestre. Sono assolutamente da evitare gli allenamenti all’aperto in pausa pranzo.
Domande frequenti (FAQ)
Il colpo di calore è una grave emergenza medica causata dal surriscaldamento corporeo, con la temperatura interna che supera i 40°C. È la conseguenza più seria dello stress da calore e si verifica quando il corpo non riesce a raffreddarsi adeguatamente attraverso i suoi meccanismi fisiologici. Può essere di tipo classico (da calore ambientale) o da sforzo (da attività fisica intensa).
È una condizione pericolosa perché le elevate temperature corporee possono causare danni seri e potenzialmente fatali agli organi vitali come cervello, cuore, reni, fegato e muscoli. Il surriscaldamento eccessivo altera il buon funzionamento dei processi enzimatici e biochimici fondamentali per la salute degli organi, dei tessuti e delle cellule. Senza un intervento immediato, le conseguenze possono includere coma, rabdomiolisi e insufficienza d’organo.
Esistono due tipi principali di colpo di calore: il colpo di calore classico (o non da sforzo) e il colpo di calore da sforzo. Il colpo di calore classico è causato dal calore ambientale e si manifesta tipicamente in giornate calde e afose, o in ambienti chiusi non ventilati, colpendo più spesso anziani e bambini. Il colpo di calore da sforzo è provocato dal calore generato all’interno del corpo durante un’attività fisica intensa e prolungata, ed è comune negli adulti giovani e attivi.
I segni e sintomi a cui prestare attenzione includono una temperatura corporea elevata (generalmente superiore a 40°C), vista offuscata, confusione, agitazione, delirio, vertigini, svenimento e senso di debolezza. Altri sintomi comuni sono tachicardia (battito cardiaco accelerato), tachipnea (respiro rapido), ipotensione (riduzione della pressione arteriosa), nausea e vomito, convulsioni, difficoltà di parola e cambiamenti nel colore della pelle. La pelle può presentarsi secca (tipica del colpo di calore classico) o sudata (caratteristica del colpo di calore da sforzo).
Sono particolarmente a rischio gli anziani sopra i 65 anni e i bambini piccoli. Altri fattori favorenti includono lavori e attività svolte all’aperto o a stretto contatto con fonti di calore (es. agricoltori, vigili del fuoco, carpentieri, operai addetti alla manutenzione stradale), l’assenza di impianti di condizionamento in casa e vivere in un’area geografica con clima caldo e afoso. Anche la gravidanza, infezioni, patologie cardiovascolari, disturbi che pregiudicano la sudorazione (es. anidrosi), disidratazione e l’assunzione di alcuni farmaci o sostanze (es. diuretici, alcol, antidepressivi) aumentano il rischio.
Il colpo di calore è un’emergenza medica che richiede soccorsi immediati chiamando il 118. Nel frattempo, le manovre di primo soccorso sono fondamentali: spostare la persona in un luogo più fresco, al riparo dal sole o dalla fonte di calore. Versare acqua sulla pelle e sventolare, o applicare asciugamani imbevuti di acqua ghiacciata/impacchi freddi su ascelle e collo, coprendo quanta più superficie cutanea possibile. È importante non dare da bere alla persona e non somministrare farmaci antipiretici (per la febbre).
È fondamentale fornire ai lavoratori tutte le informazioni relative al rischio, ai possibili danni e ai comportamenti sicuri da tenere. Si consiglia di articolare il turno di lavoro in maniera tale da evitare attività all’aperto nelle fasce orarie 11:00-15:00 (12:00-16:00 con l’ora legale), privilegiando compiti in ambienti coperti o al mattino presto. È opportuno prevedere la rotazione dei compiti, alternando attività all’aperto e al chiuso, e attività al sole con attività all’ombra. Inoltre, occorre pianificare pause di almeno 5 minuti per ciascuna ora di lavoro in un luogo fresco e ombreggiato al di sopra dei 30°C, incrementando a 15 minuti ogni ora quando si superano i 35°C (o 32°C in caso di clima afoso). È obbligatoria la sorveglianza sanitaria.
Negli ambienti di lavoro al chiuso con forti sorgenti radianti, si possono realizzare barriere e schermi per evitare o limitare l’esposizione dei lavoratori alla radiazione infrarossa. Nelle lavorazioni all’aperto, è utile fornire strutture e dispositivi per ottenere zone d’ombra (es. coperture provvisionali in legno, teli o metalliche, o strutture portatili simili ad ombrelloni). I lavoratori devono essere dotati di appositi Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) che garantiscano protezione, come cappelli a tesa larga, occhiali da sole, crema solare con fattore di protezione elevato, e abiti leggeri e traspiranti di colore chiaro. È inoltre necessario prevedere nell’area di lavoro una fonte di acqua potabile diretta e degli spazi coperti dove i lavoratori possano effettuare le pause o consumare i pasti.