L’integrazione di acido folico in gravidanza è una strategia fortemente raccomandata per ridurre il rischio di difetti del tubo neurale, condizioni congenite che possono risultare anche incompatibili con la vita.
Se si sta programmando una gravidanza, l’integrazione con acido folico dovrebbe cominciare prima del concepimento, per l’esattezza almeno 3 mesi prima: questo è un modo per prepararsi al meglio alla gestazione.
Approfondiamo insieme, e analizziamo con maggiori dettagli cos’è l’acido folico e quali funzioni biologiche svolge, perché bisogna assumerlo in gravidanza attraverso un integratore, quali sono i rischi di una sua carenza durante la gestazione e qual è la dose indicata.
Cos’è l’acido folico e quali funzioni biologiche svolge?
Di cosa parliamo in questo articolo
- Cos’è l’acido folico e quali funzioni biologiche svolge?
- A cosa serve l’acido folico in gravidanza?
- Quali sono i rischio di una carenza di acido folico in gravidanza: i difetti del tubo neurale?
- Quando iniziare a prendere acido folico in gravidanza?
- Quanto acido folico bisogna prendere in gravidanza?
- Perché in gravidanza bisogna assumere acido folico ogni giorno?
- L’acido folico in gravidanza può avere effetti collaterali?
- È possibile assumere l’acido folico che serve in gravidanza solo con la dieta?
- Domande frequenti (FAQ)
Anche noto come folato, l’acido folico è un nutriente essenziale nonché una vitamina del gruppo B. Per l’esattezza, si tratta della vitamina B9.
Essa si trova naturalmente in alimenti di origine vegetale, quali gli ortaggi a foglia verde scuro, i fagioli, i piselli, gli agrumi e i cereali fortificati (sono cereali a cui, durante la produzione, vengono aggiunti vitamine e minerali per aumentarne il valore nutrizionale).
L’acido folico ricopre contribuisce a varie funzioni biologiche, tra cui:
- formazione dei globuli rossi;
- sintesi del DNA, il materiale genetico presente all’interno del nucleo cellulare;
- crescita dei tessuti e corretto funzionamento cellulare;
- sintesi proteica e corretto utilizzo delle proteine.
L’acido folico esiste anche sotto forma di integratore, per aiutare chi, con la normale alimentazione, non assume abbastanza nutriente o chi, per ragioni di salute (la gravidanza è tra questi), presenta un fabbisogno aumentato.
A cosa serve l’acido folico in gravidanza?
La ricerca scientifica ha dimostrato che l’integrazione con acido folico in gravidanza riduce il rischio di difetti del tubo neurale a carico del feto. Il principale motivo per cui si usa l’acido folico in gravidanza, pertanto, è questo.
I difetti del tubo neurale sono condizioni molto temute, in quanto, a eccezione di alcune forme molto lievi, sono incompatibili con una vita normale; addirittura, le varianti più gravi comportano la morte fetale o l’evento anche noto come “bambino nato morto”.
I benefici dell’acido folico in gravidanza, tuttavia, sono anche altri: le donne incinte che assumono quantità adeguate di acido folico sono meno a rischio di sviluppare anemia da carenza di folato e una condizione neurologica nota come neuropatia periferica; inoltre, il giusto apporto di acido folico durante la gestazione contribuisce a ridurre il rischio di labbro leporino, palatoschisi e malformazioni cardiache congenite a carico del feto.
Quali sono i rischio di una carenza di acido folico in gravidanza: i difetti del tubo neurale?
Come detto, il rischio principale connesso alla carenza di acido folico in gravidanza è la maggiore suscettibilità del feto per i difetti del tubo neurale.
I difetti del tubo neurale sono anomalie congenite, che riguardano la struttura embrionale, il tubo neurale appunto, da cui derivano il sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale), il cranio e la colonna vertebrale.
I bambini con un difetto del tubo neurale presentano un’alterazione a carico di uno degli organi o elementi ossei suddetti, la cui integrità è fondamentale per una vita normale.
I principali difetti del tubo neurale sono:
- spina bifida;
- anencefalia;
- encefalocele;
- iniencefalia.
Di questi, spina bifida e anencefalia sono senza dubbio i più comuni.
Per approfondire l’argomento, consigliamo la lettura del nostro articolo Cosa e quali sono i difetti del tubo neurale.
Ricordiamo agli iscritti che i Piani Sanitari del Fondo Sanimoda prevedono la copertura delle spese per interventi effettuati nei primi due anni di vita del neonato per la correzione di malformazioni congenite, comprese le visite, gli accertamenti diagnostici pre e post intervento, la retta di vitto e di pernottamento dell’accompagnatore nell’Istituto di cura o in una struttura alberghiera per il periodo del ricovero.
Inoltre, nel Pacchetto Maternità è previsto il pagamento di numerose prestazioni effettuate in gravidanza, tra cui anche i test prenatali per valutare il rischio di avere un bambino con un difetto alla nascita specifico.
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Quando iniziare a prendere acido folico in gravidanza?
Come accennato prima, l’assunzione di acido folico dovrebbe iniziare prima della gravidanza, per l’esattezza almeno 3 mesi prima, questo per far fronte a eventuali carenze della vitamina nel periodo preconcezionale e per creare le migliori condizioni per gli eventuali concepimento e successiva gestazione.
Dopodiché, l’uso dell’acido folico in gravidanza è raccomandato almeno fino alla conclusione del primo trimestre: è infatti durante il primo periodo della gestazione che si forma e si consolida il tubo neurale.
È importante sottolineare che l’assunzione è giornaliera, ovvero l’integratore va assunto ogni giorno.
Ma cosa fare se la gravidanza non era programmata? In questo caso, l’integrazione con acido folico dovrebbe cominciare non appena la donna scopre di essere in dolce attesa.
Quanto acido folico bisogna prendere in gravidanza?
In linea generale, prima e durante una gravidanza, bisognerebbe assumere 0,4 milligrammi di acido folico al giorno.
Si tratta di una dose doppia rispetto al fabbisogno quotidiano normale (0,2 mg), questo perché c’è la necessità di soddisfare non solo le esigenze della madre ma anche quelle del feto.
Dosaggi più elevati sono previsti in situazioni particolari, come:
- le gravidanze gemellari: in tali frangenti, l’esigenza di acido folico aumenta per ovvi motivi e la dosa deve passare da 0,4 mg a 1 mg;
- le donne con storia pregressa di gravidanza caratterizzata da un difetto del tubo neurale: il dosaggio aumentato è precauzionale e garantisce che non vi siano carenze di alcun tipo. Anche in questo caso, l’integrazione avviene con 1 mg di acido folico.
In commercio, esistono diversi integratori di acido folico, molti dei quali contengono anche altre vitamine e minerali. In genere, si presentano in capsule o compresse da assumere per via orale con un po’ d’acqua.
Perché in gravidanza bisogna assumere acido folico ogni giorno?
Poiché l’acido folico è una vitamina idrosolubile espulsa con le urine, l’organismo umano non la accumula.
Il mancato stoccaggio rappresenta il motivo per cui bisogna attuare un’integrazione con cadenza giornaliera: solo in questo modo, infatti, si garantisce in modo continuativo l’apporto vitaminico adeguato per madre e feto.
L’acido folico in gravidanza può avere effetti collaterali?
Se assunti secondo le dosi indicate dal ginecologo di riferimento, gli integratori di acido folico sono sicuri e non hanno effetti collaterali. Del resto, come già detto, si tratta di una vitamina idrosolubile facilmente espulsa con le urine e difficilmente accumulabile nei tessuti.
Salvo casi particolari, non bisognerebbe superare la dose di 1 mg al giorno, non tanto per le ripercussioni sulla salute, quanto piuttosto perché potrebbe mascherare altre carenze vitaminiche (come quella della vitamina B12).
È possibile assumere l’acido folico che serve in gravidanza solo con la dieta?
La maggior parte delle donne non è in grado di assumere solo attraverso la dieta la dose di 0,4 mg di acido folico fondamentale per proteggere il feto dai difetti del tubo neurale.
Ecco, perché, quindi, i medici raccomandano l’integrazione.
Tra l’altro, poiché gli integratori attuali contengono altre vitamine e minerali, il ricorso a questo tipo di integrazione è un modo sicuro per assicurare tutti i nutrienti essenziali necessari durante una gravidanza e per favorire un concepimento.
Domande frequenti (FAQ)
L’acido folico, noto anche come folato o vitamina B9, è un nutriente essenziale che supporta la formazione dei globuli rossi, la sintesi del DNA, la crescita dei tessuti e il funzionamento cellulare. In gravidanza, è cruciale per ridurre il rischio di difetti del tubo neurale e altre malformazioni congenite nel feto. Contribuisce anche a prevenire l’anemia e la neuropatia periferica nella madre.
L’integrazione di acido folico dovrebbe iniziare almeno 3 mesi prima del concepimento per preparare adeguatamente il corpo e assicurare riserve sufficienti per lo sviluppo embrionale precoce. È raccomandato continuare l’assunzione almeno fino alla conclusione del primo trimestre, periodo fondamentale per la formazione del tubo neurale. Se la gravidanza non è programmata, l’integrazione deve iniziare non appena si scopre di essere incinta.
In generale, si raccomanda l’assunzione di 0,4 milligrammi (400 microgrammi) di acido folico al giorno prima e durante la gravidanza. Questa dose è doppia rispetto al fabbisogno normale, per soddisfare le esigenze sia della madre che del feto. Dosaggi più elevati (fino a 1 mg o 4 mg) sono previsti in situazioni particolari, come gravidanze gemellari o storia pregressa di difetti del tubo neurale, sempre sotto indicazione medica.
I difetti del tubo neurale sono anomalie congenite che riguardano la struttura embrionale da cui derivano il sistema nervoso centrale (encefalo e midollo spinale), il cranio e la colonna vertebrale. Queste condizioni possono essere molto gravi e, ad eccezione di forme molto lievi, sono spesso incompatibili con una vita normale, potendo causare la morte fetale o neonatale. Si verificano solitamente nei primi 28 giorni di gravidanza, spesso prima che una donna sappia di essere incinta.
I principali difetti del tubo neurale sono la spina bifida, l’anencefalia, l’encefalocele e l’iniencefalia. Tra questi, la spina bifida (mancata chiusura della colonna vertebrale) e l’anencefalia (mancanza di parti del cranio e del cervello) sono i più comuni. L’anencefalia è una condizione incompatibile con la vita.
Per la maggior parte delle donne, non è possibile assumere la dose di 0,4 mg di acido folico necessaria unicamente attraverso la dieta per proteggere il feto dai difetti del tubo neurale. Sebbene il folato sia presente in alimenti come verdure a foglia verde, legumi e cereali fortificati, i medici raccomandano l’integrazione attraverso supplementi per assicurare un apporto adeguato.
Gli integratori di acido folico, se assunti secondo le dosi consigliate dal ginecologo, sono sicuri e generalmente privi di effetti collaterali. Essendo una vitamina idrosolubile, l’eccesso viene facilmente espulso con le urine e difficilmente si accumula nei tessuti. Tuttavia, è sconsigliato superare 1 mg al giorno (salvo casi specifici), poiché dosi troppo elevate potrebbero mascherare altre carenze vitaminiche, come quella di vitamina B12.
L’acido folico è una vitamina idrosolubile. Ciò significa che l’organismo umano non è in grado di accumularla e la espelle regolarmente attraverso le urine. Per garantire un apporto vitaminico adeguato e continuo sia per la madre che per il feto, è quindi essenziale che l’integrazione avvenga con cadenza giornaliera.
Sì, l’integrazione di acido folico in gravidanza offre ulteriori benefici, come la riduzione del rischio di labbro leporino, palatoschisi e malformazioni cardiache congenite nel feto. Contribuisce inoltre a prevenire l’anemia da carenza di folato e la neuropatia periferica nella madre. Studi recenti suggeriscono anche un possibile ruolo nella prevenzione del parto pretermine.